Progetto Raggi

Il progetto è biennale (anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017) e si articola in 120 laboratori per 15 Istituti scolastici su 120 classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado del cuneese. Ogni laboratorio è composto da 3 incontri di 2 ore ciascuno.

Nel corso dell’anno 2014/15 il progetto è stato sperimentato in 20 classi. I rimandi degli studenti, degli insegnanti e dei genitori sono molto positivi anche per l’efficace successiva ricaduta del lavoro e della gestione dell’aula. Le lettere di adesione al progetto (in allegato alla richiesta di contributo) di 13 istituti scolastici rappresentano una concreta volontà di investire nel progetto da parte dei dirigenti scolastici.

Per l’organizzazione dei laboratori si adotta una metodologia di azione caratterizzata dai seguenti concetti chiave.
. Educare e non insegnare: educare dal latino e-ducere, portare fuori da, far emergere. I partecipanti sono gli attori protagonisti delle attività e il ruolo dei formatori è condurli a sperimentare diverse esperienze per sollecitare dialogo e riflessione.

. Comunicare e non trasmettere: partendo dall’esperienza, dai vissuti di Giampaolo, ci si pone come “provocatori” e sensibilizzatori rispetto al lavoro su se stessi e ai processi di ascolto e comunicazione all’interno del gruppo.

. Dialogare e non semplicemente chiacchierare: dialogare significa interrogarsi attivamente sulle tematiche che proposte facilitando il dialogo (senza pilotarlo eccessivamente) e il confronto.

Tutti i laboratori saranno caratterizzati da alcune costanti metodologiche.

L’USO DEI SIMBOLI
Il simbolo è una semplificazione e materializzazione del concetto di fondo che si intende trasmettere e sul quale si riflette durante l’incontro. Il simbolo è il migliore strumento di riconoscimento del percorso svolto e di appartenenza al gruppo di lavoro.
Per ogni attività abbiamo previsto un simbolo. Simboli semplici e il più possibile aderenti alla vita quotidiana dei ragazzi.
Durante l’ultimo incontro prevediamo un momento di “consegna” dei simboli (o la gran parte di essi) che hanno guidato gli incontri e il percorso svolto.

LA DIFFERENZA TRA “IL SENTIRE” E “IL DIRE”
Per introdurre i ragazzi ad un lavoro su se stessi sottolineiamo la differenza tra due verbi e facciamo nostra questa esemplificazione per tutto il tempo del corso.
Riferiamo il “sentire” a se stessi: ognuno prova, vive le emozioni sentendole aderenti a sé. Ciò che si sente non è soggetto a giudizio. I ragazzi vanno indirizzati e sensibilizzati a usare i termini giusti e ad aumentare il proprio lessico per comunicare ciò che sentono.
Non è semplice usare le giuste parole per esprimere il proprio “sentire”, ma i ragazzi saranno costantemente invitati a provare ad esprimersi anche in questa direzione.
Altro valore avrà il “dire”, verbo che riferiremo all’azione fatta dagli altri su di noi. Ognuno potrà, se invitato, “dire” cosa pensa del vissuto del compagno. Nessuno avrà il diritto, neppure i formatori, di “sentire al posto suo”.
Sottolineando la differenza tra questi due verbi vogliamo dare il massimo valore alle emozioni e ai vissuti che emergeranno da ognuno, lasciando un terreno (quello del sentire) non giudicabile, su cui nessuno, tranne il diretto interessato, potrà avere l’ultima parola.

UTILIZZO di DOMANDE MIRATE
L’utilizzo delle domande mirate permette di guardare con attenzione, con intensità e con particolare sentimento all’argomento che andremo a sviluppare.
La domanda mirata porta a guardarsi dentro, a canalizzare l’attenzione, a non disperdere energie.
Le risposte alle domande saranno sempre scritte, talvolta in forma anonima. Questa parte del lavoro individuale, che riteniamo fondamentale, richiede una particolare cura. I momenti di scrittura personale saranno accompagnati da una musica rilassante e un clima il più possibile di silenzio.
Le risposte saranno sempre condivise nel gruppo (con cartelloni, brainstorming etc…)
Alla fine del corso i ragazzi potranno portarsi a casa la cartellina con il lavoro fatto comprese le risposte/riflessioni emerse dalle diverse domande.

IMPORTANZA DEL “RITO”
In alcuni momenti del corso sarà trattato il tema del “rito” sottolineandone l’importanza.
I ragazzi saranno invitati a dare importanza ai “gesti” che si compieranno per esercitarsi al rispetto e all’ascolto attivo degli altri.
Ad esempio verrà utilizzata la carrozzina – simbolo materiale di disabilità e disagio – per leggere e dare dignità ai vissuti di disagio di ognuno.
Momenti di questo tipo verranno introdotti, spiegati e guidati focalizzando l’attenzione sulla funzione simbolica che portano con sé.
Utilizzare alcuni “riti” per parlare di sé e per far emergere parti del proprio vissuto fa crescere il concetto di “dignità personale”, crea legame nel gruppo e mette tutti i partecipanti sullo stesso piano.
Il “rito” serve al gruppo, oltre che al singolo,in quanto amplifica il senso di appartenenza ad una “comunità” e il suo contributo nella crescita psicologica, umana e sociale dei suoi componenti.

L’ESPERIENZA DI GIAMPAOLO – PARTE CENTRALE “ALTA” DEGLI INCONTRI
Il momento centrale di ogni incontro sarà dedicato a Giampaolo e al suo vissuto di disabilità.
Partendo da un limite concreto e coerente a quanto si sta trattando nell’incontro, si trasmette l’importanza del percorso di rielaborazione fatta da Giampaolo del suo limite per trasformarlo in risorsa e punto di forza.
Sarà sottolineata la capacità di Giampaolo di “mettersi in gioco” con se stesso per stare bene, per essere felice. La speranza di Giampaolo è cresciuta negli anni, temprandosi attraverso sofferenze e sacrifici.
Vorremo che l’esperienza e le battaglie vissute da Giampaolo nel corso della sua adolescenza fossero stimolo e messaggio di speranza per i ragazzi.
Ad ogni incontro sarà quindi previsto l’appuntamento con “lo spazio di Giampy” per provocare i ragazzi, per dare loro la possibilità di confrontarsi con un’esperienza molto diversa dalla loro e per allenarli ad allargare la prospettiva nella convinzione che sia sempre e comunque l’esperienza concreta e vissuta che lascia tracce e stimoli nei ragazzi in formazione.

UTILIZZO DI MUSICA, VIDEO.
Nel corso degli incontri si utilizzeranno canzoni e video per accompagnare alcuni momenti o spazi precisi nella convinzione della validità ed efficacia di questi mezzi nel trasmettere e dar voce a messaggi importanti.
Alcune canzoni, il cortometraggio “il Circo della Farfalla”, i video per esprimere il concetto di bisogno, saranno fondamentali per la rielaborazione degli argomenti trattati.
Utilizzeremo inoltre della musica rilassante (strumentale…) per accompagnare i momenti di riflessione personale, per non lasciare spazio al brusio e per favorire al massimo la concentrazione.

RITMO E INTERCAMBIABILITÀ DELLE ATTIVITÀ
Gli incontri saranno scanditi da ritmi precisi nella convinzione che sia necessario dare un ritmo all’azione, per evitare spazi e momenti vuoti e favorire l’immediatezza e la spontaneità della risposta dei ragazzi agli stimoli proposti.
Crediamo che i ragazzi vadano educati nel tenere il tempi per riconoscerne il valore e riempirlo di significato.
Questo nostro obiettivo non preclude affatto, laddove sia chiara l’esigenza dei ragazzi, sostare e dialogare con calma su un concetto o un’esperienza, approfondirli e rinunciare al completo svolgimento dell’incontro così come era stato programmato.

I FEEDBACK
In tutti gli incontri sarà previsto un momento finale di feedback da parte dei ragazzi.
Il feedback è fondamentale per l’eventuale variazione, ritaratura di parti del lavoro futuro e per una verifica dell’efficacia dell’incontro svolto.
Il feedback verrà svolto per scritto offrendo la possibilità ai ragazzi di evidenziare ciò che ha più lasciato il segno.
Durante la settimana, tra un incontro e l’altro, i ragazzi verranno inoltre invitati a rispondere ad altre due domande (preferibilmente in momenti mediati in classe dall’insegnante) per capire quanto l’attività svolta si è contestualizzata nel vivere quotidiano.
Gli scritti verranno raccolti all’inizio dell’incontro successivo e interamente restituiti alla fine del corso.
Senza una verifica in itinere, un percorso di azione sul gruppo come questo, rischia di essere meno efficace.

CONTATTI
sandri.giovanni@gmail.com – cellulare 3472391944